Significato solvente
Un solvente è un liquido in grado di dissolvere, ovvero sciogliere, varie sostanze dando luogo ad una soluzione. In un senso più ampio, il solvente è un reagente chimico che trasforma i solidi in soluzioni liquide (ad esempio, acidi minerali che dissolvono i metalli).
I solventi ci accompagnano in moltissimi aspetti della nostra quotidianità: vengono normalmente utilizzati dall’industria, in vari processi produttivi, e compaiono anche con un uso domestico. Tutti noi sappiamo fin dalla tenera età che ci si deve tenere lontani da queste sostanze, che non si devono ingerire, che bisogna limitare il loro contatto con la pelle, tenerli lontano dagli occhi e cercare di non inalarli durante l’uso a causa della loro potenziale tossicità.
La maggior parte dei solventi organici, impiegati sia in uso domestico sia in uso industriale, sono altamente volatili (basti pensare a quelli presenti in alcune vernici, oppure all’alcool o al comunissimo acetone a bassa tossicità ed elevato potere solvente nei confronti di vernice, resine e adesivi); questo significa che si disperdono molto velocemente nell’ambiente circostante anche a temperatura ambiente. Il loro utilizzo, quindi va valutato in funzione delle reali esigenze tecniche e il loro stoccaggio e la loro manipolazione deve avvenire nel rispetto di una serie di norme dedicate.
L’infiammabilità e l’effetto fisiologico dovrebbero essere presi in considerazione quando si valuta il valore d’uso dei solventi.
Solventi polari e solventi apolari
I solventi si dividono in solventi polari ovvero solventi con alta costante dielettrica, ad esempio dimetilsolfossido – CH3 2SO- e solventi non polari, con bassa costante dielettrica, ad esempio gli idrocarburi. Il solvente polare più comunemente usato è a noi ben noto: l’acqua.
I solventi sono utilizzati come mezzo per molti tipi di reazioni chimiche, come componenti di vernici, inchiostri da stampa, adesivi, sono utili per lo sgrassaggio dei metalli e per il lavaggio a secco dei tessuti, nonché in operazioni chimico-tecnologiche e nelle tecniche di separazione (estrazione, distillazione).
Tabella dei solventi più comuni o più usati
Nella tabella che segue presentiamo alcuni solventi di uso comune e ne descriviamo le applicazioni tipiche
Nome | Descrizione |
Acetone | solvente aprotico polare, a bassa tossicità ed elevato potere solvente nei confronti di vernice, resine e adesivi |
Acquaragia | a base di trementina e altre sostanze, elimina grassi e cere |
Alcool denaturato | diluisce la vernice e scioglie diversi tipi di resine tra cui la gommalacca |
Ammoniaca | solvente protico utilizzato nell’industria della carta e nella sintesi organica |
Trielina | solvente per oli grassi utilizzato a livello professionale e industriale (non domestico), in particolare per il lavaggio a secco |
Come rigenerare i solventi industriali, come smaltire i solventi chimici
Grazie all’avanzamento tecnologico l’uomo sta cercando di sostituire i composti chimici più dannosi ed aggressivi con altri meno pericolosi e più tollerati dall’ambiente, cionondimeno, qualunque natura e pericolosità abbia il solvente utilizzato, occorre tenere sempre presenti alcune semplici regole di base:
- cercare di non disperderlo in ambiente
- impegnarsi nel generare il minor quantitativo possibile di residui inquinanti
- smaltire il solvente residuo secondo le regole vigenti
Un punto importante, infatti, riguarda lo smaltimento di solventi chimici in piccole quantità: esso deve avvenire seguendo le regole imposte dal Decreto Legislativo 152 del 3 aprile 2006, che regola la gestione dei rifiuti in tutte le sue tappe, raccolta, deposito temporaneo, trasporto e smaltimento.
In caso di smaltimento, innanzitutto, occorre definire se il solvente esausto appartenga alla categoria degli “alogenati” o a quella “non alogenati”, tenendo conto che lo smaltimento dei primi, più complesso, è decisamente più costoso di quello dei secondi.
Da un punto di vista pratico, poi, normalmente vengono utilizzate taniche di plastica resistenti nel tempo ed etichettate chiaramente che, una volta riempite, devono essere stoccate temporaneamente in contenitori di metallo di grandi dimensioni (a prova di rottura) all’interno della struttura stessa che produce il rifiuto. Una volta raggiunto un determinato quantitativo, questi rifiuti vengono processati da apposite ditte, specializzate nell’incenerimento di rifiuti pericolosi.
In campo industriale e commerciale, tuttavia, i solventi esausti vengono riciclati e destinati al riutilizzo. Questo perché, con quantitativi in gioco anche molto elevati, diventa fondamentale scegliere la strada del recupero e del ricircolo dei solventi usati ai fini di un risparmio economico che, come spesso accade, coincide con un più completo rispetto dell’ambiente.
Recupero solventi: significato e processo
La valorizzazione dei solventi recuperati, a livello industriale, può avvenire con diverse modalità e dando origine a risultati, anche economici, differenti.
Ovviamente l’obiettivo economicamente più interessante è quello di utilizzare un impianto di recupero solventi per ottenere un composto con un livello di purezza e qualità tale da poter essere direttamente utilizzato di nuovo in produzione. E’ proprio a questo scopo che Brofind® ha sviluppato, non solo tutte le tecnologie di cattura dei solventi in fase gas, ma anche di rettifica e purificazione.
Questo processo di riqualificazione dei solventi recuperati può avvenire con setacci molecolari (principalmente nei casi in cui ci siano delle tracce di acqua da eliminare) o con colonne di distillazione, qualora la miscela preveda complessità chimico-fisiche superiori. Esistono colonne di distillazione semplici che lavorano in batch o in continuo, ma anche vere e proprie distillerie fatte da più colonne che operano a differenti range di temperatura e pressione, per garantire la separazione dei vari composti e dei loro eventuali azeotropi – una miscela azeotropica è una miscela di due o più liquidi che non variano la propria composizione per semplice distillazione.
Vi sono tuttavia casi più complessi nei quali le caratteristiche chimico-fisiche dei solventi da recuperare, in termini di affinità, rendono impossibile o antieconomica la separazione di tutti i componenti fino alla purezza necessaria. In questi casi la miscela ottenuta da un’attività di recupero, potrà essere utilizzata in applicazioni meno nobili, ma pur sempre necessarie all’interno dell’azienda (per esempio la pulizia dei macchinari).
Tenuto conto dell’elevata evaporabilità dei solventi, inoltre, nei casi in cui essi evaporassero durante il processo produttivo, sarà necessario “catturarli” in fase gassosa e successivamente recuperarli al fine di riutilizzarli in produzione con specifiche tecnologie di riciclo.
In ultima analisi, esiste poi sempre la possibilità di termovalorizzare i solventi mediante una loro combustione controllata. Tale soluzione, seppur tecnicamente realizzabile senza particolari difficoltà nel più completo rispetto dell’ambiente, ad oggi non è ancora considerata una strada percorribile.